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6. Il Patronato laico.

Nella nostra terra il culto di S. Leucio, dovette fin dall'origine configurarsi di patronato laico e certamente differì dal culto di S. Nicola che fu il titolo dell'altra Chiesa indicata come prima sede e primo titolo della parrocchia.

Fin dal XII secolo è documentato che in onore del Santo si corrispondevano sussidi caritativi in natura (grano, granturco, ecc ... ), e dal 1675 risulta il formarsi della tavola catastale del Capitolo di S. Leucio che negli antichi catasti trae origine dai beni di Pasquale Iannotta e Gabriele (9).

Il culto di S. Leucio è crescente e continuo nel tempo come ampiamente documentano le testimonianze della storia locale. Un registro del 1728, compilato in seguito all'editto emanato il 10 ottobre dello stesso anno dallo zelante Vescovo dei Marsi Mons. Dragonetti, attesta la presenza della Chiesa consacrata al glorioso S. Leucio Protettore; risulta ubicata a mezzo miglio dal paese ed ulteriori precisazioni ci informano di una preziosa pittura posta sull'Altare con al fianco la statua del Santo e la indicazione di una campanella che si era acquistata a spezc di Francesco Antonio Grande (10).

Da un documento parrocchiale che indica la Tabella degli Ufficii e delle Messe da celebrare nell'anno, si rileva la somma di ducati undici che l'Università (il Comune) di Villavallelonga era tenuta a far pagare al Signore della festa del Protettore S. Leucio per la dedicazione della Chiesa al 2 di settembre. Dalla stessa Tabella risulta che l'Università era tenuta a far celebrare anche due Ufficii annui, uno nella festa di S. Sebastiano e l'altro nella festa della Visitazione di Maria SS. il 2 di luglio, per la rissa o guerra che nell'anno 1624 fu combattuta con l'Università (Comune) di Collelongo.

Intorno a questa vicenda non mancano notizie della tradizione orale che attribuisce ai collelonghesi non solo l'iniziativa di volersi appropriare delle fonti acquifere sorgenti ai piedi del Colle di S. Leucio, ma anche la pretesa di voler trafugare la statua del Santo e condurla nel proprio paese.

In verità da un elenco dei sussidi caritativi del XII secolo, già riferito, risulta: in Rocca di Acero ... ab Ecclesia Sancti Leuci, grani quartarta tria ad cuppam Castri Collislongi et Roccae e fu forse questa testimonianza a legittimare l'antico culto per S. Leucio anche da parte del popolo collelonghese.

A memoria delle avversità riferite resta oggi la contrada che fu teatro della contesa al confine dei rispettivi territori e che ancora oggi è designata come pila di Collelongo certamente per l'esito mortale che ne derivò per quegli abitanti.

Il fatto è stato tramandato e gli anziani di Villa rievocano ancora con commozione l'invocazione di S. Leucio ed il ricordo di una fittissima nebbia che, provvidenzialmente, invase i contendenti al punto da indurre i collelonghesi ad una tale confusione da uccidersi tra loro stessi.

Un altro ricordo che si tramanda si riferisce alla morte di una donna di facili costumi la quale avendo mostrato nella sua vita di non avere avuto rispetto per il Santo Protettore del paese, fu seppellita, con risoluzione popolare, accanto alle mura della Chiesa dedicata al Santo stesso, in modo che la sua anima fosse tormentata in eterno dalle gocce di acqua cadute dal tetto del tempio.

Altre testimonianze sul patronato laico del culto di S. Leucio saranno più oltre riferite trattando dei documenti connessi all'arrivo della reliquia.

(9) Archivio Stato AO, Catasti antichi, Villavallelonga, prot. 127; e op. cit. Di Pietro, pag. 252;

(10) Archivio Comune Villavallelonga, Fondo antico, busta 95, fascicolo 151.

© Leucio Palozzi